A volte va così…in certi giorno tutto sembra confluire su un unico argomento, ogni notizia che vedi che leggi parla della stessa cosa ed oggi mi sono capitate tutte notizie sulla malattia, sugli ospedali ed io pur appartenendo alla cerchia degli ottimisti, di chi vede sempre il bicchiere mezzo pieno, che ha sempre ringraziato più che maledire e lamentarsi, mi sono ritrovata a sentirmi piccola piccola, a dirmi che dovrei fare di più, ringraziare di più, apprezzare di più ciò che ho, vivendo ancor di più pienamente…non so spiegare mi è venuta un po’ di frenesia del fare.

Io che posso debbo farlo, debbo vivere e muovermi anche per chi non può più farlo, me l’hanno chiesto le voci di chi lentamente muore in un letto d’ospedale incapaci ormai di controllare il proprio corpo.

Non mi vergogno, anzi son  fiera di trovarmi qui a piangere per un dolore che non è il mio, per una vita che non mi ha mai sfiorato per lo meno fin quando non ho iniziato a leggere le parole che gli sono appartenute e le emozioni che ha provato. Mi ritrovo a piangere per il dolore suo, di tutti coloro che vorrebbero un corpo e una vita che non hanno più, che l’apprezzerebbero forse molto di più di me e di qualcun altro che spinge la sua esistenza nel lamento per futili motivi, nel corrucciarsi aggrappandosi a dolori inesistenti, nel piagnucolare ormai per abitudine incapaci di reagire alla più banale mancanza.

http://chiaroscuro.tevac.com/2013/07/24/vita/#comments

 

Perdonatemi per le volte che dimentico di dire grazie per ciò che mi rende vivo e per ciò che la vita mi dona.

 

Riflessioni di fine anno non bellissime ma di certo significative.